Venezia sembra un continuo set cinematografico, ma con una bella luce.

Venezia sembra rimasta indietro nel tempo, autentica, originale, ma all’avanguardia. La vedi spuntare dalla terra ferma e il suo skyline non sembra troppo diverso da quello di NYC, visto da lontano. Quando ti avvicini col vaporetto, lei si mostra in tutta la sua bellezza. Bizantina fino nel suo profondo, Venezia è finestre a punta e mosaici sul pavimento, è marmo con trame che sembrano disegnate col pennello.

Venezia set cinema
Sestiere San Marco

Venezia sembra un continuo set cinematografico, sembra finta, come quelle case che costruiscono a Hollywood e che poi vengono distrutte con un solo soffio. Venezia sembra un film perchè hai come la sensazione di vedere 007  sfrecciare con il motoscafo su Canal Grande o di aspettare che sbuchi Il mercante di Venezia da un angolo del ponte di Rialto.

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Ponte di Rialto visto dalla Gondola

Venezia è ricca, elegante, sfarzosa, decadente e chic, dove cristalli e vetro incontrano piume e damasco. La serenissima è davvero cosí, è silenziosa, nessuno alza la voce, tutti sono tranquilli, tutti gentili e paradossalmente fini nel loro dialetto un pò volgare.

A Venezia ci siamo persi.  Giri l’angolo e non sai dove ti porterà il prossimo canale, i suoi ponticelli e i sottoporteghi. Mentre guardi la linea della marea e le alghe con i molluschi attaccati alle fondamenta delle case.

Dicono che qui si faccia cosi, bisogna dimenticarsi della cartina e girare a sentimento, a seconda di dove ha voglia di portarti l’istinto. Dimenticatevi Google Maps e camminate e basta. Seguite i ponti, i sottoporteghi e mi raccomando abbassate la testa se non volete prendere una zuccata, sono bassi. Ci siamo persi mille volte, ma tutte le mille siamo ritornati. In posti sempre diversi, ogni volta nuovi, ma che ci riconducevano sulla strada giusta. Come quando tutte le strade portano a Roma. A Venezia se segui i canali tornerai sempre a quello Grande.

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Canal Grande
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Castello

A Venezia tutto è storto, decadente, ma cosí tremendamente perfetto che se fosse altrimenti, non sarebbe ammaliante lo stesso. Mi sono domandata più volte se tengono sotto controllo le torri dei campanili, e quella di San Marco, soprattutto. Se non si soffre di vertigini ad abitare in una casa che pende a destra e che quando apri la finestra tocchi l’angolo della casa di fronte.

Ho camminato per 3 giorni interi con lo sguardo rivolto verso l’alto, guidata dal profumo che sentivano le mie narici, che sapeva di sapone di Marsiglia, di pulito e di panni stesi. Non chiedetemi come facciano a stendere su cordicelle intrecciate l’una con l’altra a formare delle trame perfette. Ma a Venezia è bello anche questo. Chissà quanti calzini caduti nel canale. Almeno non si può accusare solo la lavatrice.

Venezia set cinema
Rio Detto Riello

Venezia è cosí bella che sembra finta, per questo è la scena continua di un film eterno.

La sua eleganza, a tratti imponente, ma mai esagerata ti immobilizza davanti alle sue cupole appuntite, alla ricerca del punto più alto. A Venezia persino le finestre delle case sono belle. In alto tutto è bello. E se per un attimo dimentichi la sua composta sfarzosità riesci a sentire, ancora, l’odore del colera, il caldo afoso, la cappa umida. In un attimo vieni catapultato nel ‘800, nel romanzo di Thomas Mann, in un attimo può essere “La morte a Venezia”.

Venezia set cinema
Ponte dei Sospiri.
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Palazzo Ducale

E non è difficile da immaginare, poichè in ogni vetrina vi è esposta ancora la maschera de “il Dottore della peste”. Un’icona veneziana. La usavano i dottori quando dovevano visitare gli appestati, e per non venire contagiati, visto la malattia cosí virulenta, vi mettevano delle erbe aromatiche all interno. Questo avrebbe dovuto tenere lontano la peste.

maschera il dottore della peste
Il Dottore della peste

Per me Venezia è stato questo: mi sono immaginata attrici e attori inseguiti da telecamere per tutte le piazze semivuote e i ponti più nascosti dei canali più fetidi. Per me la serenissima è un perfetto connubio tra eleganza e squallore, tra l oro luccicante dei palazzi e le merde di cane chiuse nei sacchetti ai lati delle vie.

Venezia ti porta in paradiso con la sua stranezza, Venezia è surreale.

Tanto da non riconoscere la linea sottile tra realtà e finzione, ti perdi nelle scene di un film immaginario, quanto più vero e tangibile esso, in realtà può essere.

arsenale di Venezia
Arsenale di Venezia

Venezia è surreale per forza, non un auto, non una bicicletta, i corrieri trasportano i colli su carrelli dalle gomme ammortizzate, e li spingono a mano. Le mamme hanno tutte il marsupio, avrò visto si e no due passeggini in un week end. I bambini sanno che con il monopattino potranno sfrecciare solo per qualche metro, poi ci sarà il ponte.

Nelle piazze più frequentate ci sono ragazzini che corrono liberi, tra piccioni che mangiano e vecchi seduti a guardare, sulla panchina.

Sotto le finestre semiaperte e i bar chiusi.

E poi li vedi andare a casa, aprire il portone in un vicolo stretto stretto.

Ma a Venezia c’è una luce bianca, una di quelle che non servono filtri per modificare le foto. Una luce che si riflette tra le acque fangose dei canali, le alghe e i granchi che smuovono tutto il fango. Un incontro che sa di purezza e melma, ma dove il risultato è perfetto, romantico, decadente ma al punto giusto, chic ma senza essere snob.

Perchè per abitare a Venezia ci vuole coraggio.

venezia
Rio dei Gesuiti.

Venezia è di tutti, ma non per tutti. Venezia merita, perchè ti fa tornare a casa con gli occhi lucidi e la voglia di tornarci ancora.

ponte dei sospiri
Ponte dei Sospiri

A presto, Venezia.

MAMMA GLAMOUR